giovedì 5 gennaio 2012

Recensione: E finalmente ti dirò addio di Lauren Oliver

Titolo: E finalmente ti dirò addio
Autore: Lauren Oliver
Editore: Piemme
Pagine: 520 pag.
Collana: FREEWAY
ISBN: 9788856610031

Trama: Samantha Kingston ha tutto quello che un'adolescente potrebbe desiderare: il ragazzo più bello della scuola, tre amiche fantastiche, un'incredibile popolarità. Quel venerdì 12 febbraio si preannuncia come un altro giorno perfetto nella sua meravigliosa vita. Invece non andrà così, perché quella sera Sam morirà. Tornando con le sue amiche in macchina da una festa avrà un incidente. La mattina seguente, però, la ragazza si risveglia misteriosamente nel suo letto ed è ancora il 12 febbraio. Sospesa fra la vita e la morte, Sam continua a rivivere quella sua ultima giornata. Ogni volta si comporterà in modo diverso, cercando disperatamente di evitare l'incidente che la farà morire. Ma riuscirà a uscire da quell'incubo solo quando capirà che non è per salvare se stessa che continua a tornare.


Voto: 2/5

La mia recensione:

Mi chiesi come rivivere
il giorno della propria morte.
Cosa avrei fatto io?
Come l'avrei accettato?

Mi spiace dire che il romanzo ha deluso le mie aspettative. Non è la prima volta con Lauren Oliver (presto anche la recensione di Delirium) e questo mi dispiace, soprattutto per la fama che è riuscita a conquistare e per le idee interessanti dei suoi romanzi.

Sam è una ragazza frivola. 
Ha una vita relativamente perfetta
 e non si lamenta di questo. 
Ha paura, però, che il suo "status da sfigata"
 in qualche modo possa tornare.

Kent era il miglior amico di Sam, quando era piccolo.
Lui è spontaneo, riesce ad essere sé stesso, con tanto di bombetta in testa.
Nonostante gli anni, però, il suo amore per Sam non è scomparso.

Juliet è il capro espiatorio di Sam e delle sue amiche.
Ogni giorno architettano un modo per umiliarla
e per metterla in imbarazzo.
Lei non ne può più.

La caratterizzazione dei personaggi c'è, per carità, ma non si può non odiare la protagonista sin dall'inizio.
L'intero romanzo è la ripetizione di uno stesso giorno, il 12 febbraio, il giorno dei cupidini. Quel giorno, Sam, si sveglia convinta che sia un grande giorno, che sia il suo giorno, per fare il grande passo con Rob, il suo fantastico fidanzato.
Abbigliamento succinto, colazione in macchina e la gara per il parcheggio "nella via delle quarte". Così comincia il primo 12 febbraio di Sam. 
La giornata va avanti, incontra Kent, così fastidioso con quella sua bombetta in testa e con quella sua cotta per Sam. La rosa di Rob con il suo Tvb non passa inosservata, così come quella praticamente perfetta di Kent, che come bigliettino ha un disegno a fumetti.

Sam continua la sua mattinata copiando ad un compito, saltando una lezione, scoprendo Alex e Anna Cartullo insieme al cinese. Scappa con Linsday per non farsi scoprire con la sigaretta tra le mani e si prepara per quella serata: dopo la festa di Kent, infatti, Sam è decisa a darsi a Rob. A pranzo, ovviamente, non si risparmia una battuta su Psyco, ovvero Juliet Sykes.

Nonostante le cose non vadano come aveva sperato (questa è la vita vera, cara Sam!), e dopo che Juliet Sykes le dà della stronza, si ritrova ad abbandonare la festa con Linsday, con una pioggia talmente fitta da non permettere di guidare come si deve. Nonostante Linsday sia una pessima autista, nonostante il brutto tempo, Sam e le sue amiche se ne vanno, per poi avere un misero incidente in cui Sam perderà la vita.

Diciamo che il primo giorno si sviluppa in questo modo. Moltiplicatelo per sette. Ogni mattina, lei si risveglia sempre nel suo letto ed è sempre il 12 febbraio, il giorno dei cupidini. Ogni giorno, prova a modificare qualcosa. Prova a saltare la festa, prova a rinunciare a qualcosa, ma ogni giorno lei continua a svegliarsi in quel letto. Alla fine le sarà chiaro che questo suo tornare non è per fare in modo che possa evitare la sua morte, piuttosto ha un compito da portare a termine: è un'altra la vita che deve salvare.

In tutto questo pandemonio, Sam si renderà conto delle cose che la sua morte (ma soprattutto la sua superficialità nella vita) le ha portato via. I rapporti con la sorellina, il distacco da Kent, un ragazzo esuberante, innamorato di lei che vuole solo il suo bene. Senza contare il rapporto dei genitori, la falsità di Linsday, la bassezza di Rob e la stupidità delle sue azioni sono alcune delle cose che le si paleseranno quando avrà acquistato la consapevolezza di sé stessa. Il settimo giorno, però, è decisa a salutare tutto.

Anche se alla fine Sam capisce chi è e che cosa ha fatto nella sua vita, non sono riuscita ad affezionarmi al personaggio. Per quanto sia stato caratterizzato bene, perché di elementi come Sam ne è pieno il mondo, non è riuscita a trovare la redenzione, per me. 

Per quanto possa essere scritto bene (anche la traduzione non è male), l'ho trovato molto, molto davvero molto ripetitivo. Lo so che era inevitabile per la riuscita dell'intera storia, ma alla fine ero davvero esasperata. Mi chiedevo quando sarebbe finito lo strazio. Purtroppo già dal secondo capitolo avevo capito quale fosse il compito di Sam ma lei era troppo concentrata su sé stessa per accorgersene. Ho letto di peggio, su questo non ci sono dubbi, ma il libro non mi ha entusiasmata. Avevo letto tante recensioni positive sul libro e, a questo punto, mi chiedo se il problema non sia io che probabilmente non l'ho capito. 

Non bocciamo del tutto la Oliver (in fondo mi dispiace molto), ma secondo me avrebbe potuto fare un po' meglio. Inutile dire che il messaggio che voleva lanciare con il romanzo l'ho colto e l'ho apprezzato, più del romanzo stesso. Su questo, approvo in pieno!

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Infatti, come ho scritto, è piaciuto a tante persone! Non so come mai mi abbia annoiato così tanto..

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