venerdì 23 dicembre 2011

Recensione: Wintergirls di Laurie Halse Anderson

Titolo: Wintergirls
Autore: Laurie Halse Anderson
Editore: Giunti Editore
Pagine: 384 pag.
Collana: Y
ISBN:  9788809745506

Trama: Lia e Cassie sono amiche dall'infanzia, ragazze congelate nei loro fragili corpi, in competizione in un'assurda gara mortale per stabilire chi tra loro sarà la più magra. Lia conta maniacalmente le calorie di tutto quello che mangia e di notte quando i suoi non la vedono si sfinisce di ginnastica per bruciare i grassi. Le poche volte che mangia, cerca di ingerire cose che la feriscono, come cibi ultrapiccanti, in modo da "punirsi" per aver mangiato. Si ingozza d'acqua per ingannare la bilancia nei giorni in cui la pesano. Quando eccede nel cibo ricorre ai lassativi e passa il tempo a leggere i blog di ragazze con disturbi alimentari che si sostengono a vicenda. Nel suo libro più toccante e poetico dopo Speak, finalista al National Book Award, L. H. Anderson esplora l'impressionante discesa di una ragazza nel vortice dell'anoressia.


Voto 4/5

La mia recensione:

Ero in attesa in biblioteca. 
L'occhio mi cadde sulla copertina, 
sembrava quasi un libro fantasy.
Poi lessi la trama. Non c'era niente di più reale.

"Wintergirls" è un libro particolare, di quelli che pur non essendo crudi, ti spiattellano la verità spiazzandoti.
Ho deciso di leggere questo libro perché ho sempre considerato l'anoressia "sopravvalutata" rispetto all'obesità, ma ho capito che sono davvero due modi completamente diversi di vivere.

Cassie ha un sogno: vuole essere la più magra.
Cassie, al campo, ha imparato a vomitare dopo aver mangiato.
Lo sa, sarai lei la più magra. Questo, solo fino al giorno della sua morte.

Lia è sempre stata una ragazza normale. Genitori separati a parte.
Un giorno, però, Cassie fa una promessa: vuole essere la più magra.
Lia giura: sarà lei la più magra.

Il libro comincia con la morte di Cassie. Una morte misteriosa, inspiegabile all'apparenza, in un motel. 
Cassie è morta sola. Cassie ha perso la sua battaglia con il cibo.

E' Jennifer a darle la notizia, spera che, avvertendola subito, non subisca uno shock peggiore di quello che proverebbe scoprendolo dal notiziario locale o dai giornali. Lia non reagisce: lei e Cassie non erano più amiche.

Lo stato confusionale di Lia la fa sembrare quasi insensibile. Questo fino a che non ascolta la segreteria telefonica: trentatré chiamate di Cassie poco prima di morire.
Così comincia la storia di Lia. Lia è anoressica, Lia non mangia perché si sente grassa e Lia ha degli obiettivi. Tre, per la precisione.

1° obiettivo: 45 kg.
2° obiettivo: 43 kg.
3° obiettivo: 40 kg.

Lia si ricorda bene anche i mesi passati in Clinica, quando la facevano mangiare a forza, quando cercavano di farla ingrassare e lei non poteva sapere il suo peso esatto e le facevano bere strani composti di cui non poteva conoscere il valore calorico.
Così, mentre cerca di scoprire cosa è successo a Cassie, si ritrova a litigare con il padre, con la madre, con la matrigna, con la psicologa e continua ad odiare sempre di più il cibo, evitando come la peste tutti i cibi superiori alle 100 calorie. Sa con precisione quante calorie mandare giù, restando nelle 400-500 giornaliere e, se per caso dovesse eccedere, c'è sempre lo step notturno ad aspettarla: con il giusto movimento fisico, può riparare agli errori commessi.

Tra una famiglia frantumata, genitori incoerenti e irresponsabili e una sorellina acquisita a cui badare, Lia riesce a nascondere il suo peso e la sua situazione. 

Un giorno riceve una chiamata da un certo Elijah, il ragazzo le dice che deve parlare, è stato lui a trovare Cassie morta.
Improvvisamente Lia inizia a fare delle scelte, per quando giuste o sbagliate siano, che l'aiuteranno a scoprire cosa è successo alla sua amica d'infanzia.

Tormentata dal fantasma di Cassie, Lia ha paura ad addormentarsi. Tormentata dal proprio corpo, trova la redenzione solo nell'autolesionismo.
Tormentata dai genitori, dichiara guerra al cibo.

Tradita dal mondo, tradita da sé stessa, tradita dagli estranei. Lia è una "Ragazza d'inverno" a tutti gli effetti. Non è morta, ma non è del tutto viva.
Totalmente incosciente di quello che potrebbe succederle, continua a negarsi le gioie del cibo, fino al giorno in cui vuoterà il sacco, finché metterà a nudo la sua anima.

Il romanzo ha molti particolari che lo rendono interessante. La prima particolarità che salta subito all'occhio è un fattore estetico, probabilmente una scelta editoriale: ogni capitolo è segnato da un ago della bilancia.
Un altro appunto che mi sento di fare è che i capitoli non hanno una loro lunghezza. Una pagina, tre pagine, cinque pagine. C'è addirittura un unico capitolo di una pagina e mezzo con una sola frase ripetuta tante volte. E' un chiaro riferimento all'autoconvincimento della protagonista (perlomeno io l'ho interpretata così). L'ultima osservazione (sempre in un certo senso estetica) è la presenza di parole o frasi barrate, una sorta di censura dei veri pensieri della protagonista.
Il romanzo scorre, ma è piuttosto cupo e a tratti drammatico, anche se per un argomento come quello trattato dalla Anderson mi sembra inevitabile. 

Ero indecisa se dare 3/5, ma si è meritato un punto in più per la riuscita del romanzo, in quanto l'autrice dà un chiaro esempio degli effetti della malattia nella ragazza, ma se lo merita anche solo per il coraggio che ha dimostrato nel voler dar luce ad un argomento tabù, cercando di mostrarne anche i lati peggiori, senza dover ricorrere a lunghe e noiose analisi psicologiche, ma offrendoci direttamente la mente della malata (anche se mi sento quasi in colpa ad usare questa parola).

Lo consiglio? Sì, tutto sommato sì. Lo consiglio a chi ha voglia di leggere un romanzo reale che allo stesso tempo è totalmente surreale, com'è giusto che sia, vista la condizione psicologica della protagonista. 

5 commenti:

  1. Questo dev'essere davvero spietato... °_°'' Mi attira, da un lato, ma meno degli altri che hai consigliato. Diciamo che prevedo disperazione a gogò e poi un tema del genere °_°'' *indecisione che divaga*

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  2. Ma ciao! xD non mi aspettavo un tuo commento così presto xD
    Beh, non ti disperi, non è un libro che fa piangere, è un libro che fa riflettere e che dà tanta malinconia... Però credo sia bello conoscere un altro aspetto della psicologia umana!

    Non saprei... Diciamo che se dovessi scegliere tra Wintergirls e Unwind, non ci sarebbero dubbi. Ma tra Wintergirls e Fallen, ad esempio, ti direi mille volte Wintergirls!

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  3. Vedi, io sono sempre la prima (e ora sono in ritardo xD) :D Anche a me piace indagare la psicologia umana, quindi Wintergirls finisce nella mia wishlist, ma dovrà attendere di essere trovato in libreria u.u speriamo di trovare anche questo in viaggio (ormai ripongo molte speranze nel viaggio xD)!

    Unwind... lo desidero.... Fallen pubblicherò a giorni la recensione! XD

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  4. "Ero in attesa in biblioteca.
    L'occhio mi cadde sulla copertina,
    sembrava quasi un libro fantasy.
    Poi lessi la trama. Non c'era niente di più reale."
    Magnifico *-*

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